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la corte costituzionale tedesca ha dato il via libera al Meccanismo europeo di stabilità: Il verdetto non ha sorpreso nessuno
Il verdetto non ha sorpreso nessuno: la corte costituzionale tedesca ha dato il via libera al Meccanismo europeo di stabilità, garantendo la sopravvivenza dell’euro. A condizione che qualsiasi aumento del fondo salvastati sia sottoposto all’approvazione di Berlino. Le prime reazioni della stampa tedesca.
Dopo aver deliberato per due mesi…source
la Corte costituzionale federale ha emesso il suo verdetto contro i tedeschi che non vogliono l’euro. La Germania è così il primo paese ad aver ratificato il Meccanismo europeo di stabilità, l’Esm, che può finalmente entrare in vigore l’8 ottobre. “I mercati tirano un sospiro di sollievo”, scrive il Financial Times Deutschland, mentre lo Spiegel Online parla di “sconfitta per gli euroscettici”.
La sentenza dice che il fondo salvastati permanente può essere creato, ma senza l’approvazione tedesca non sarà possibile superare i limiti degli obblighi di pagamento previsti per la Germania.
La decisione della corte di Karlsruhe non fa compiere passi avanti all’Europa né alla Germania, e neppure alla democrazia. Questa sentenza elude le questioni più importanti. Vorrebbe essere una sorta di pietra miliare in ambito giuridico, ma evita le cose fondamentali. Si tratta – come sempre avviene quando la Corte costituzionale federale si occupa di Europa – di una sentenza del genere “sì, però”. Peccato che in questo caso il “sì” della sentenza sia tanto debole quanto il “però”. “I giudici vorrebbero fissare un tetto alla quota tedesca di 190 miliardi di euro, ma sanno anche che sarà molto difficile farlo rispettare perché il tetto di Karlsruhe non è lo stesso di quello della Banca centrale europea.
La Corte è giunta a una saggia decisione. Come ha detto il giudice Andreas Voßkuhle, le conseguenze politiche ed economiche sarebbero incalcolabili qualora si impedisse al fondo salvastati di intervenire. I giudici hanno riconosciuto l’alto livello di incertezza che caratterizzata tutte le decisioni sull’euro. Nessuno sa quel che accadrebbe se l’unione monetaria si sgretolasse.
In ogni caso, osserva la Tageszeitung, i giudici di Karlsruhe non avevano altra scelta, dato chesoltanto in Germania un crollo dell’euro avrebbe provocato danni per un milione di miliardi di euro.
C’è un unico perdente ed è il capo della Bundesbank Jens Weidmann, che ha lottato fino all’ultimo contro l’acquisto di obbligazioni da parte della Banca centrale europea e ora si ritrova completamente isolato. Quasi nessuno in Europa lo capisce, ma da adesso in poi sarà a corto di alleati perfino in Germania. La sentenza di Karlsruhe è molto importate per il salvataggio dell’euro. Ma la crisi non è finita. È prevedibile che la Grecia debba procedere ad altri tagli, e continuare con l’austerity non farà che acuire la recessione in Europa. Quanto meno, però, adesso è chiaro che questi sono problemi politici che devono avere una soluzione politica. Non hanno niente a che vedere con la costituzione.
Weidmann è un pupazzo nelle mani della DB.
E poi si chiama Jens, un nomaccio tipico dei Tedeschi più viscidi, quelli che si fingono “prafi und puoni” in pubblico ma intimamente sognano di marciare sulla Unter den Linden al passo dell’oca.