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Grecia e la sua rabbia, si bruciano le bandiere tedesche
Proteste contro il pacchetto di risparmi richiesto dalla UE. Bild.de, quotidiano piu’ venduto, ci racconta la rabbia dei greci.
La mobilitazione contro le nuove misure di austerità dei sindacati ha paralizzato la vita pubblica ad Atene. Circa 14.000 partecipanti hanno manifestato sotto la pioggia battente nelle strade della capitale.
Ci sono stati scontri fra manifestanti e polizia al di fuori del palazzo del Parlamento. La polizia ha usato anche gas lacrimogeni. Hanno fatto molto scalpore alcune centinaia di manifestanti che davanti al Parlamento hanno bruciato una bandiera tedesca ed una con la croce uncinata.
Fra i greci il sentimento anti tedesco è cresciuto molto nelle ultime settimane, in particolare dopo la recente proposta di un commissario al risparmio europeo. Sui giornali il governo tedesco viene descritto come il Quarto Reich. Anche l’associazione dei giudici ha parlato di un Quarto Reich. Il motivo: la Troika – la missione EU, EZB, FMI – ne ha criticato la struttura chiedendo meno giorni di vacanza.
Molti dimostranti criticano prima di tutto la loro stessa politica. Nikos Karamatas (28 anni studente) alla Bild.de: “Quando il nostro governo capirà che non abbiamo piu’ niente da risparmiare? Se tutto quello che abbiamo fatto non è stato utile, allora abbiamo bisogno di una bancarotta e di un nuovo inizio”.
Un’altra manifestazione con 6000 partecipanti si è invece svolta in maniera pacifica.
Ma perché uno sciopero generale? Contro i forti tagli salariali nel settore privato, e contro il licenziamento di 15.000 dipendenti pubblici già nel 2012. Da qui al 2015 Atene dovrà licenziare 150.000 dipendenti pubblici.
Il governo federale di Berlino la scorsa settimana ha ufficialmente richiesto la trasformazione della Grecia in un protettorato finanziario dell’Eurogruppo. Atene non ha raggiunto gli obiettivi di risparmio concordati e dovrebbe essere per questo motivo posta sotto il controllo di un commissario al bilancio, si dice in un documento che la Germania ha presentato a Brussels per l’approvazione. Il governo eletto….
democraticamente sarebbe quindi sottoposto al suo controllo. La richiesta tedesca è supportata da influenti politici di differenti partiti; anche il nuovo presidente del Parlamento europeo, Martin Schultz, un socialdemocratico, si è pronunciato a favore di una riduzione della sovranità Greca. La proposta di commissariare il paese ellenico, che da 2 anni a Berlino viene discussa apertamente, incontra però in Grecia una forte opposizione. Anche la stampa britannica racconta di una forte opposizione degli stati europei che su questa proposta avrebbero isolato la Germania.
Protettorato finanziario
Come si dichiara nel documento presentato a Brussels dal governo federale, la Grecia non ha raggiunto gli obiettivi di risparmio che le erano stati imposti. Atene, se vuole continuare ad essere aiutata dalla UE, deve soddisfare 2 condizioni. In primo luogo tutte le spese del governo devono essere subordinate al rimborso del debito: “le entrate pubbliche devono essere usate per il servizio del debito” si dice nel documento. Secondo e piu’ importante: il governo greco deve accettare un commissario al bilancio pubblico. Questo deve essere nominato dall’Eurogruppo e per mezzo di un potere di veto dovrà controllare l’operato del governo di Atene. La Grecia dovrebbe introdurre questo nuovo meccanismo di controllo nell’ordinamento preferibilmente con una riforma costituzionale. Se la Grecia dovesse accettare la proposta, diverrebbe di fatto un protettorato finanziario europeo. La democrazia sarebbe sospesa o ridotta in un ambito centrale delle funzioni dello Stato.
Sovranità ridotta
Le richieste del governo federale a Berlino non è senza polemiche. “Non dovremmo richiedere qualcosa che anche noi non saremmo pronti ad accettare” avverte il presidente del gruppo CSU all’Europarlamento, Markus Ferber. Tuttavia, per la prima volta anche i politici della SPD sostengono l’ipotesi che sia necessario introdurre misure di riduzione della sovranità. Se la Grecia non è capace di rispettare gli obiettivi di risparmio, “i controlli e la direzione devono arrivare dall’esterno, ad esempio attraverso la UE” dichiara il ministro delle finanza Philipp Rösler (FDP). La “proposta di un controllo e di una supervisione sui bilanci degli stati, aiuterebbe a raggiungere gli obiettivi” dichiara il portavoce dell’Unione al Bundestag, Norbert Harthle (CDU). Sarebbe normale, se i creditori potessero prendere parte alla decisione di come utilizzare il denaro che essi stessi hanno prestato, dichiara il politico SPD Martin Schultz. Schultz, sostenitore della limitazione di sovranità di un governo eletto democraticamente, anche in maniera temporanea, è stato eletto Presidente del Parlamento europe il 17 gennaio.
Il diritto alla trasparenza.
La possibilità di introdurre un protettorato finanziario della UE, viene discussa apertamente da 2 anni in Germania. Dobbiamo discutere “in quali forme un diritto alla trasparenza ed il controllo delle finanze di un Pese possa essere esercitato” si scriveva in un documento del 2010 della fondazione Wissenschaft und Politik (organo di consulenza del governo di Berlino). Poco dopo è arrivata la proposta del ministro degli esteri di sorvegliare il bilancio pubblico degli stati indebitati; questo compito sarebbe stato delegato ad un commissario al risparmio da Brussels. Nell’autunno del 2011, in riferimento alla indebitata Grecia il presidente della Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitsgebersverbande (la Confindustria tedesca), Dieter Hundt, ha dichiarato che sarebbe opportuno, anche in materia di bilancio ” trasferire la sovranità nazionale in favore di iniziative comuni”. Poco dopo, anche la cancelliera Merkel, aveva richiesto un nuovo diritto alla trasparenza e alla supervisione dei bilanci pubblici, molto simile a quello proposto nel recente documento presentato a Brussel. Sulla volontà di Berlino di controllare le finanze pubbliche greche da Brussels, ma in futuro anche quelle di altri stati, ormai da molto tempo nessuno ha piu’ dubbi.
Legami storici
Berlino incontra però resistenza. “E’ impossibile che noi lo accettiamo” ha dichiarato il governo greco. Il ministro delle finanze , Evangelos Venizelos, ha fatto appello apertamente ai paesi che hanno lottato contro l’occupazione nazista: “Sono sicuro, che i vertici dei paesi europei, prima di tutto quelli che per le loro dimensioni hanno un ruolo molto importante, sanno come si gestiscono i problemi fra amici e partner che hanno unito i loro destini storici”. L’appello di Venizelos è stato ripreso con preoccupazione dalla stampa francese e da quella inglese. In un commento del Times della scorsa settimana, si scriveva che il governo di Berlino sta evitando strategie efficienti per fronteggiare la crisi e le sue visioni politiche sarebbero incompatibili con quelle degli altri paesi. La Germania è “il reale outsider nella zona Euro”, Francia, Italia e Spagna e gli altri “partner nell’Eurozona hanno i mezzi per salvare l’Euro” e possono scappare dal dominio economico tedesco. “La sola domanda è se hanno abbastanza fiducia in loro stessi e comprensione dell’economia per unirsi contro il potere della Germania”. Questo testo rappresenta una forte chiamata ad unirsi contro l’egemonia di Berlino e viene discusso nell’establishment britannico e francese.
Poteri dittatoriali
In reltà, la possibilità di introdurre dei protettorati finanziari, è discussa da tempo a Berlino e sembra sempre piu’ concreta. Lo scopo è chiaramente quello di limitare dall’esterno per un periodo di tempo i poteri delle democrazie parlamentari in materia di bilancio. La possibilità che questo avvenga, risiede in definitva nel livello di opposizione che gli organi costituzionali e politici oggi greci, ma domani di altri paesei, sapranno fare a questa proposta. Se questo avverrà, la richiesta europea di estendere un protettorato finanziario ai paesi in crisi non potrà che fallire.
Il direttore del diffuso settimanale economico WirschaftsWoche commenta: il sud Europa sta ricattando moralmente la Germania e la BCE è ostaggio del Club Med.
L’Euro divide l’Europa – e la Germania polarizza: ammirazione in Francia, odio in Italia e Grecia.
Ha calcolato “Le Monde” che Nicolas Sarkozy, nel suo inizio di campagna elettorale, avrebbe nominato almeno una volta ogni minuto la Germania come modello per la Francia. Il modello Germania sarebbe il programma elettorale per la stagnante grande nazione? Poi ci si stropiccia gli occhi e ci si ricorda delle dimostrazioni contro le riforme
Hartz, oggi così ammirate ed esemplari e del revisionismo della SPD che vorrebbe in parte modificarle. Ma bene, le cose vanno per il momento piuttosto bene in Germania e si riconosce volentieri al precedente cancelliere Schroeder, anche se in maniera ritardata, il merito del successo.
Ma questa ammirazione per le nostre riforme espressa anche in Gran Bretagna, Olanda, parte dell’Italia e perfino in Spagna contrasta con un’immagine completamente diversa della Germania. Un’immagine diffusa in Grecia e in parte dell’Italia. Lì, “Il Giornale” chiama la cancelliera “culona”, Angela Merkel appare nei giornali come una gerarca nazista o con i baffetti da Hitler. Se non vengono versati alla Grecia dei miliardi in maniera incondizionata, in Grecia lo si considera come un’invasione militare della Wehrmacht. Questo è sconcertante come l’oscena equazione fra i milioni di morti e il dibattito sulla giusta politica monetaria e fiscale. La sottile superficie dell’amicizia fra i popoli europei si è graffiata, sono riemersi rapidamente i vecchi odi che per molto tempo hanno lacerato l’Europa.
Ma purtroppo dobbiamo vedere anche questo: i crimini del passato vengono strumentalizzati freddamente e in maniera calcolata allo scopo di ricattare moralmente. Perchè in Europa è in corso una battaglia fra una politica di stabilità orientata alla disciplina, per la quale si schiera la Germania, e una politica di nessuna riforma per la quale sono Atene, Lisbona e in parte anche Roma. E il sud è sulla strada per il successo. La BCE da poche settimene ha abbandonato il suo compito principale di vigilare sulla stabilità della moneta. Esercita invece una politica fiscale, con la quale stampa dal nulla centinaia di miliardi per i bilanci statali in difficoltà. La misura di tale finanziamento attraverso la stampa di denaro non è ancora stata dichiarata all’opinione pubblica tedesca. Il governo federale sorvola su questo, per non rendere evidenti i propri fallimenti. E i media, i Socialdemocratici e i Verdi non l’hanno ancora capito o peggio lo nascondono perché non vogliono passare come anti europei. Perchè è chiaro: la Germania garantisce, se la Banca centrale Greca accetta junk bond come titoli apparentemente solidi, e per questi elargisce miliardi di liquidità. Che poi arrivano di nuovo nelle casse dello stato e per i quali è la Germania a garantire.
Ora inizia invece la strategia del Tabù: con la formula “Euro o guerra” si uccide in partenza il dibattito sugli errori economici e fiscali e si chiude la bocca ai critici. Le urla anti tedesche sono solo gli eccessi di un conflitto molto piu’ profondo: la logica economica impone un’uscita immediata dalla zona Euro. Ma la logica politica impedisce esattamente questo, perchè la Germania sarebbe messa alla gogna come l’affondatrice della zona Euro. La Germania è bloccata: la cancelliera si compiace del suo successo europeo sul Fiskalpakt ma il suo successo è immediatamente offuscato dalla continua creazione di denaro della BCE.
Questa è l’ora davvero della politica estera: la Germania deve costruire un’alleanza della ragionevolezza con quegli stati che rischiano di essere trascinati nel vortice: Francia prima di tutto, anche la parte economicamente ragionevole dell’Italia, l’Olanda, la Finlandia. Questi paesi potrebbero costruire un nucleo economicamente stabile, con politiche di bilancio in ordine, e avrebbero la forza, per liberare la BCE da quei paesi del Club Med che l’hanno presa in ostaggio
Fonti citate: http://blog.wiwo.de/chefsache/2012/02/04/moralische-erpressung/