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UNICREDIT, Fondo Americano Black Rock riduce l’esposizione

Scritto il alle 14:38 da balrock@finanzaonline

Per Unicredit s’avvicina la data dell’aumento di capitale e tra  i principali azionisti cominciano i mal di pancia.
E’ notizia di ieri sera che l’azionista d’oltre oceano il FONDO AMERICANO BLACK ROCK, ha ridotto consistentemente la sua quota di partecipazione dal precedente 4,2% all’attuale 1,7% anche se questa notizia sembra messa a hoc e magari si scopre che il valore di partecipazione non è così basso, vediamo se ci saranno smentite, non sarebbe la prima volta … Cos’è una fuga dall’aumento di capitale??? D’altronde dopo l’ultima trimestrale molti sentiment sono cambiati a Piazza Cordusio. Soci che prima sostenevano l’attuale governance, ora sembrano ricredersi. Questa défaillance potrebbe innescare una reazione a catena che porterebbe l’annunciato AdC ad un fallimento in piena regola. CARIVERONA altro socio con l’allergia dichiarata verso il consiglio di amministrazione del colosso italiano, forte del suo 4,2% di partecipazione Unicredit (guarda caso come l’azionista americano) ha dichiarato di voler sostenere il prossimo aumento di capitale solo per una quota del 3,51%.

L’impegno dell’ente guidato da Paolo Biasi si attesta così a 260 milioni di euro, contro i 315 milioni che sarebbero stati necessari per sottoscrivere l’aumento da 7,5 miliardi per l’intera quota detenuta in Piazza Cordusio.
La quota sarà finanziata con mezzi propri, senza vendita di diritti e senza ricorso all’indebitamento, si legge in una nota, secondo la quale tale decisione, conferma l’impegno della Fondazione a sostenere, tramite Unicredit, le economie dei territori dove essa opera, così duramente colpite dalla crisi finanziaria ed economica in atto da tempo.
Non so se Vi ricordate ma già agli inizi di dicembre 2011 sui quotidiani si leggevano news del tipo: ”Agli osservatori più attenti non sfugge che, arrivati a questo punto, la partita che si gioca ha un sapore antico: è quella della “italianità” delle banche. Infatti, se i requisiti di capitale e patrimonio non dovessero essere diversamente rispettabili, non è difficile pensare che per i nostri istituti di credito sarebbe inevitabile finire tra braccia straniere. Unicredit è comunque già bilingue da quando ha incorporato Hvb: e proprio in Germania potrebbero stare i suoi conquistatori, approfitto per segnalare l’interessante articolo di icebergfinanza sulla germania, che potete leggere andando QUI. Tornando a Unicredit il titolo vale meno di 16 miliardi. Gli 8 miliardi che l’Eba chiede di mettere nelle casse di Unicredit vale dunque oltre il 30% del capitale totale futuro. Valutando che azionisti importanti parlano tedesco – come Allianz -, non è difficile immaginare che proprio da Berlino e da Monaco possa arrivare la “salvezza” che comporterebbe, naturalmente, la perdità del controllo oggi frazionato nella selva di Fondazioni che da Verona a Torino decidono i destini di Unicredit.

Ora diamo uno sguardo  graficamente:

Sul grafico giornaliero la situazione e alquanto catastrofica, il livello da non rompere si trova in questa zona a quota 6.35 dove ho delineato una base di supporti sul titolo, la positività potrebbe riemergere se rompiamo area 6.80 circa, dove sono presenti forte aree di resistenza; da questi livelli citati si aprirebbe un mini trend long sino al test della ribassista che ho inserito sul grafico

Vi riporto alla home dove troverete altri articoli e titoli analizzati per la giornata odierna QUI

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