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Psicologia ed errori comuni: mediare in perdita
Grazie alle vostre domande e richieste voglio continuare la serie di approfondimenti sulla psicologia del trader e su quanto le emozioni condizionino le nostre scelte quotidiane sui mercati.
Scelte che dovrebbero essere le più fredde ed oggettivamente inattaccabili possibile ma che a volte (o troppo spesso) finiscono per essere aggiustate,modificate e infine stravolte portandoci a cadere nell’errore e di conseguenza in un possibile loss.
Il colore peggiore che vorremmo vedere nel nostro conto P/L (profit/loss n.d.a.) è sicuramente il rosso qualunque sia il trade in essere,long o short. Probabilmente abbiamo sbagliato livello di ingresso,forse il timing o semplicemente breaking news ci hanno scombussolato il nostro trading plan condizionando il mercato e facendo finire il nostro trade dalla parte sbagliata. Il trader modello se ne farebbe una ragione e cercherebbe il livello più vicino per chiudere il trade in leggero loss visto che le condizioni iniziali per cui il trade aveva ragione d’esistere sono sfumate.
Purtroppo (o per fortuna) di trader modello ce ne sono ben pochi perché fa parte della natura umana, e soprattutto del trader che è di base una persona competitiva e il cui unico scopo sul mercato è guadagnare,innervosirsi di fronte ad una “sconfitta”, nella fattispecie un loss. Vedere il proprio trade in rosso per cause non riconducibili ad errore proprio è quanto di peggio possa accadere.
E la soluzione più immediata (e peggiore, come tutte le soluzioni apparentemente facili) è la cosiddetta “mediata”. Tecnicamente è l’operazione che consiste nell’aumentare l’esposizione sullo strumento nella direzione iniziale (ovvero comprare ancora se si e long e viceversa) continuando a comprare/vendere a prezzi più vantaggiosi per cercare di riportare il prezzo medio di carico (da qui il termine mediare o piramidare) quanto più vicino possibile a quello iniziale.
Ci sono trader che ne hanno fatto un arte altri che ci si sono finiti dentro con tutte le scarpe.
Perché se da un lato sembra la strategia più semplice per rimediare a un loss dall’altro è il sistema giusto per finire nel baratro finanziario. Non essendo il trader medio una mano forte con capitali tali da poter condizionare il mercato,essenzialmente mediare in perdita (senza una strategia precisa) non fa altro che aumentare l’esposizione rimanendo contro trend e sperando in una inversione che, seppur piccola, potrebbe far si che si recuperi il prezzo di entrata. E quando si parla di speranza nel trading significa star per commettere grossi e costosi errori.
Ovviamente,differenti sono le opinioni in merito a questo metodo di trading senza nulla da obiettare a chi struttura i proprio trades a monte con la strategia di mediare (sia in perdita che in profitto) creando di fatto l’operazione a tranches e costruendo la posizione aumentandone la size livello su livello.
Purtroppo ,nella maggior parte, dei casi la “mediata in perdita” si rivela un harakiri per il piccolo trader convinto di aggiustare velocemente la posizione in perdita sperando nel ritracciamento che spesso rimane solo un illusione.
La perdita maggiore ,purtroppo, rimane la costosa realtà.
si fa errore di mediare perchè si pensa che il mercato si ripeta allora se prima andava su siamo convinti di quello e se va giu continuiamo ad aprire posizioni su (sempre + vantaggiose dentro la nostra testa) ma sempre + in perdita xche se il prezzo va giu va giu e basta 🙁
ottimi questi post , mi danno la possibilità di comprendere sempre di più prima di una mia entrata nel mondo del trader.
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Articolo molto interessante. In effetti un trader completamente freddo e distaccato potrebbe avere risultati migliori evitando condizionamenti “esterni”. Tuttavia anche il trader è un’essere umano, nel bene e nel male. Quindi lo sforzo che si può fare è quello di lavorare su se stessi per imparare a controllare, entro i limiti del possibile, le proprie emozioni.