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Tre studi clinici da seguire: KERX, ONTY ed EXEL.

Scritto il alle 12:38 da cerealkiller

La prima immagine di infermiera che avevo scelto rendeva l’articolo poco professionale, anche se avrebbe aumentato le visite a dismisura.

Tutti e tre i titoli di cui parlo oggi hanno un fattore in comune, i loro studi clinici più avanzati sono attesi da più tempo del previsto. Ho più volte detto che il fatto che uno studio clinico duri più di quanto preventivato, a parità di velocità di arruolamento dei pazienti, non necessariamente significa che le cose stanno andando bene per il farmaco in esame. L’ho ribadito recentemente parlando di ONTY e di come il braccio di controllo certe volte ti stupisca, comportandosi meglio di quanto ci si possa aspettare e di quanto la letteratura suggerisca. Normalmente la causa di tutto questo è legata a problemi di arruolamento e di randomizzazione, una fase 3 dovrebbe essere priva di questi difetti se punta ed essere la base di una richiesta di autorizzazione presso gli enti regolatori.

Mentre aspettiamo notizie su Stimuvax  di ONTY ci sono novità su Perifosine e Cabo, rispettivamente di KERX e EXEL .

Inizio da KERX e dalle dichiarazioni rilasciate alla Stifel Nicolaus Healthcare Conference dal CEO Ron Bentsur sul fatto che, cercare un partner o vendere la licenza di Perifosine sarebbe un bel colpo  se i dati della fase 3 fossero buoni… ma vuoi mettere vendere tutta la compagnia?  Amico mio hai ragione da vendere.

Ok KERX aspetta i dati della fase 3 del suo farmaco di punta nel trattamento del carcinoma del colon retto avanzato e recidivo per 1Q12. Inizialmente i dati erano attesi per il 4Q11, il fatto che ora vengano annunciati con qualche mese di ritardo può significare 2 cose: i pazienti nel braccio di Perifosine stanno vivendo più del previsto, oppure lo stanno facendo quelli del braccio di controllo. Nel primo caso è bene, nel secondo è male, molto male…

Lo studio poggia su una fase 2 che ha, come per Stimuvax di ONTY, il grandissimo pregio di essere doppio cieco vs placebo, quindi una mini fase 3, a differenza di quello che fa la maggior parte delle compagnie farmaceutiche.

Quindi perifosine + Capecitabina (P-Cap) vs Capecitabina + placebo (Cap)  in 35 pazienti (20 e 15 rispettivamente) con mCRC valutabili (su 38 totali).

Gruppo n CR
n (%)
PR
n (%)
SD >
12 wks
n (%)
PD <
12 wks
n (%)
Median TTP settimane

P-CAP 20 1 (5%) 3 (15%) 11 (55%) 5 (25%) 28 (95% CI [12-48]) p = 0.048
CAP 15 0 1 (7%) 5 (33%) 9 (60%) 11 (95% CI [9-17])

P-value al pelo e ridotto numero di partecipanti ma dati importanti e una potenziale tendenza ad essere efficace anche in pazienti refrattari al fluoracile (dei 3 pazienti del braccio P-Cap con PR, risposta parziale, uno era refrattario al 5-FU).

Oh, KERX ha battuto cassa a maggio e capitalizza meno di 300M$, è in fase 3 anche per il mieloma multiplo (e qui sono più scettico), sempre con Perifosine e Zerenex nel trattamento dell’iperfosfatemia per un totale di? Boh, diciamo 500M$ di mercato?

Non sono certo un fan sfegatato di Perifosine, ma un circoletto rosso attorno a 1Q12 lo faccio.

E se i dati fossero buoni, venderla non sarebbe tanto problematico.

Capitolo EXEL.

Come si vede dal diagramma, dopo la randomizzazione non è più possibile per un paziente cambiare gruppo, da una parte le conseguenze possono essere condannabili, ma dal punto di vista della conduzione dello studio clinico, evita molti problemi...

Dovrebbero arrivare prima i dati della fase 3 di Cabozantinib in pazienti con carcinoma midollare della tiroide. Notizia di ieri che il numero di eventi (PFS) previsto è stato raggiunto,  si può quindi procedere con l’analisi dei dati dello studio clinico EXAM. L’arruolamento dei pazienti si era concluso nel 1Q11 e lo studio è condotto sotto SPA

Anche in questo caso, non è detto che il protrarsi più a lungo del trial sia un bene. A dire il vero, potrebbe essere un problema anche se i dati fossero buoni

Ok, qui la faccenda è più complicata, ma ci tornerò fra qualche tempo nel dettaglio.

Detto in soldoni, il limite di Cabo è quello di mostrare benefici contro le metastasi ossee nel cancro alla prostata solo in modo indiretto, di aver quindi bisogno di una estesa fase 3 che lo dimostri in modo incontrovertibile. I dati sul carcinoma alla tiroide potrebbero portare ad una richiesta di commercializzazione veloce per una indicazione che vale a spanne 100M$. Tempo sprecato? No, perché i soldi veri Cabo li farebbe con l’impiego off label in pazienti con metastasi ossee… spingendo magari EXEL a tirare il freno a mano con la fase 3 estesa di cui parlavo qualche riga più su. Già, perché per allora EXEL avrebbe dati dal follow up degli studi in corso a sufficienza per collegare i parametri più importanti come PFS e OS alle evidenze indirette che posseggono già ora.

Aggiungendo a questo il fatto che Algeta sta avanti un pezzo con il loro Alpharadin, la voglia di EXEL di superarli in curva potrebbe generare più di un problema e più di qualche preoccupazione… ma rende anche la gara molto più eccitante.

Quindi mi chiedo: vero che anche FDA ha bisogno di chiarirsi le idee, ma è solo una coincidenza  che ancora non ci sia l’accordo  per lo SPA della fase 3?

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