Eni e Snam, La separazione mira ad abbassare i prezzi che in Italia sono tra i più cari d’Europa

Scritto il alle 23:31 da balrock@finanzaonline

E’  da più di un decennio che si parla della scorporazione di Eni, nel 2000 il governo Amato stabilì la “terzietà” delle reti di trasporto del gas, la legge anti blackout tre anni dopo (secondo governo Berlusconi), ha fissato al 20 per cento il limite massimo di possesso, a partire però da luglio 2007. Un tetto ribadito nel 2004, ma la cui scadenza era stata rinviata alla fine del 2008 con la Finanziaria del 2006 (siamo al terzo governo Berlusconi). L’anno successivo, con la legge di Bilancio varata dal governo Prodi, la scadenza del 2008 diviene elastica: 24 mesi dopo l’entrata in vigore di un apposito decreto.  E ora il decreto Monti che stabilisce l’entrata in vigore, la norma su Snam verrà emanata. Ma l’Eni avrà due anni di tempo per scendere al 20 per cento di Snam rete gas. Il Cane a sei zampe detiene il 52,5 per cento della società fornitrice di gas, oltre ad avere il controllo dei grandi gasdotti nazionali e di alcuni nodi strategici all’estero. La separazione mira ad abbassare i prezzi che in Italia sono tra i più cari d’Europa, circa il 26 per cento oltre la media, anche se bisogna considerare il peso superiore delle imposte, se volete sapere le imposte che ci affliggono potete leggere questo articolo di Carlo Scalzotto QUI sul blog di tradingnostop.  Il gas copre il 40 per cento dei consumi energetici dell’industria e fornisce il riscaldamento al 60 per cento delle abitazioni. Ora passiamo ad analizzare il titolo: il trend è nettamente rialzista e lo sarà sino alla tenuta della dinamica che vedete sul grafico. In questo momento ci troviamo su una forte zona di volumi che dovrebbe supportare il prezzo, come stop consideriamo sempre il supporto dinamico e come obbiettivo ho area 17.51 per poi testare la resistenza a quota 18. Lo short non lo prenderei ancora in considerazione, aspettiamo un eventuale rottura del supporto.

Piccola parentesi” attenzione SCIOPERO IN VISTA” per quanto riguarda i benzinai ci sarà uno sciopero di 10 giorni delle pompe di benzina come forma di protesta contro le mancate liberalizzazioni  alla base di tutto, sono proprio le mancate liberalizzazioni al mercato, ventilate in un primo momento e successivamente disattese nel testo della riforma. O meglio, la liberalizzazione c’è stata per quanto riguarda i gestori titolari della pompa di benzina, che possono decidere autonomamente da quale compagnia acquistare il carburante, anche se differente da quanto esposto nel marchio. Si tratta però di una ridottissima minoranza..”

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