Euro contro dollaro

Scritto il alle 11:33 da carloscalzotto@finanza

METEOECONOMY

Tra Stati Uniti e Francia è scoppiato lo scandalo.
Il motivo è stata la decisione di un tribunale statunitense di obbligare la banca francese BNP Paribas a pagare una multa di 8830 milioni di dollari per aver violato le sanzioni contro Iran, Cuba e Sudan, che vieta le transazioni in dollari.

In risposta, il ministro dell’Economia francese Michel Sapin, in un’intervista al Financial Times ha invitato a riconsiderare il ruolo dominante del dollaro nei pagamenti internazionali e dare priorità all’euro.
Attualmente l’87% delle transazioni globali sono realizzate in dollari USA. Questo rende la struttura finanziaria dei singoli Paesi e intere organizzazioni (come l’Unione Europea) ostaggi della Federal Reserve statunitense e permette a Washington di perseguire i propri scopi geo-strategici.
Non è sorprendente che negli ultimi anni si avverta la necessità di rivedere il sistema monetario globale cercando attori più affidabili. Questo è stato discusso al vertice BRICS conclusosi a Fortaleza. I BRICS hanno convenuto sulla costituzione della Banca e di un pool monetario. Secondo il Presidente russo Vladimir Putin, la Banca BRICS dovrebbe diventare una delle più grandi istituzioni finanziarie multilaterali di sviluppo in tutto il mondo. L’importo del capitale dichiarato ammonta a 100 miliardi di dollari.
In questa situazione, l’UE che sta già vivendo una crisi finanziaria rischia di trovarsi tra due fuochi valutari. L’edizione italiana Lettera43 si è affrettata ad avvertire che una guerra valutaria tra Washington e Bruxelles può colpire in qualsiasi momento con grande forza.
Ma per il successo in questa guerra non è sufficiente abbandonare l’uso dei dollari in determinate transazioni. Il predominio del dollaro statunitense si basa su una bilancia commerciale globale, ha detto in un’intervista a “Rossiya Segodnya” il presidente russo per l’economia e consigliere “Neocon” Mikhail Khazin:
Tutto il mondo è interessato a entrare nel mercato statunitense. Sulla base di questo fatto, in particolare, le sanzioni statunitensi impediscono l’accesso a questo mercato. Il mercato statunitense è il più grande del mondo e senza l’accesso ad esso non si può pretendere una leadership mondiale.
Il problema sta nel fatto che gli Stati membri dell’UE hanno ancora diversi punti di vista sul rispettivo obiettivo di politica monetaria. Il ministro dell’Economia francese ritiene necessario svalutare l’euro contro il dollaro al fine di ripristinare la competitività delle esportazioni, naturalmente, soprattutto francesi. La Germania, invece, è abbastanza soddisfatta della situazione attuale. E si adatta a raggiungere un avanzo record di commercio estero entro la fine del 2013. E questo vale per il commercio con la Francia. Nel periodo 2007-2013 il volume delle esportazioni tedesche verso la Francia è aumentato del 9,5%, mentre il flusso di merci che vanno in direzione opposta, è aumentato solo del 2%.
Gli analisti di Deutsche Bank hanno condotto le loro ricerche. Hanno calcolato il livello dell’euro nei confronti del dollaro che è pericoloso per l’economia di un Paese. Ora il corso è di 1,35-1,36 dollari per un euro e questo livello è anche troppo alto per le economie di Francia e Italia. Hanno bisogno di un corso non superiore a 1,24 dollari per euro. In generale, la zona euro comincia ad avere difficoltà a superare il livello di 1,34 € sul dollaro. Cioè proprio adesso. Tuttavia, ciò non riguarda tutti. All’altro estremo della possibile “guerra valutaria” vi sono Germania e Spagna. Esse sono in grado di sostenere in modo sicuro la crescita della moneta unica fino a 1,9 dollari per euro. Nell’Europa di oggi qualcuno vorrebbe avviare un potenziale conflitto con i mercati di Washington e qualcun altro ritiene che l’Europa debba essere divisa in diversi fronti di guerra dice l’edizione italiana di Lettera43.
La situazione attuale non promette nulla di buono per l’economia europea. Mentre i leader europei non riescono ad accordarsi su una chiara politica finanziaria e commerciale all’interno della zona euro, è difficile sperare in un successo sul dollaro nel confronto globale. Inoltre le stesse “guerre valutarie” e “commerciali” si sviluppano secondo i propri scenari e non possono essere controllati dai governi nazionali, ha detto in un’intervista a “Rossiya Segodnia” il direttore dell’Istituto russo di Globalizzazione e movimenti sociali (IGSO) Boris Kagarlitskiy:
Oggi la “guerra commerciale” non è altro che una naturale conseguenza della crisi del cosiddetto “libero commercio”. Il libero commercio nel mondo moderno non esiste. C’è libertà solo per le imprese transnazionali che manipolano i prezzi e i flussi commerciali.
Tutto nasce dalla mancanza di stabilità interna dentro la zona euro, afferma un analista di spicco della società di consulenza italiana Nomisma Sergio De Nardis. source
Senza tale stabilità pretendere di cambiare la valuta mondiale e la bilancia commerciale europea è complicato.

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