Il difficile accesso al credito; Cartolarizzazioni anti credit crunch

Scritto il alle 18:40 da carloscalzotto@finanza

Saccomanni apre persino al sistema bancario ombra: «Può aiutare la ripresa».
Il difficile accesso al credito resta una spina nel fianco per le imprese italiane e in particolare per le Pmi. E le tensioni sui mercati creditizi si estendono ormai anche alle aziende sane. Se molto è stato fatto per favorire l’accesso al credito grazie a interventi governativi, molto resta ancora da fare: è necessario dunque che anche in Italia si pensi a far ricorso a forme di finanziamento alternativo a quello bancario che permettano di sostenere le imprese negli investimenti a medio-lungo termine. A lanciare il
messaggio è stato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che, intervenendo al seminario ‘Credit crunch. Credit funds’ organizzato dal Dipartimento del Tesoro e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con quella di Tor Vergata, ha puntato il fuoco sui fondi che erogano credito trasformando scadenze, rischi e liquidità, i cosiddetti ‘credit funds’, e ha sottolineato anche l’importanza di rivitalizzare le cartolarizzazioni.
SACCOMANNI: «SUPPORTO GOVERNATIVO ALLE CARTOLARIZZAZIONI». Il ministro ha ricordato che «una delle principali criticità che caratterizzano il fragile contesto congiunturale sono le restrizioni all’offerta di credito». Confermate peraltro anche dai dati Abi del 16 luglio che ha registrato in giugno un nuovo calo degli impieghi (-3,1% come a maggio), oltre a un nuovo massimo toccato dalle sofferenze che a maggio hanno superato i 137,5 miliardi. source
Per Saccomanni «per sostenere il credito all’economia, soprattutto alle Pmi, dovranno essere rivitalizzate le cartolarizzazioni, anche con un iniziale supporto regolamentare e governativo». A suo parere inoltre le esigenze di credito «dovranno esser soddisfatte da altri attori, soprattutto investitori istituzionali, e da nuove forme di intermediazione finanziaria, di cui sono un esempio i credit funds».
IL MINISTRO APRE ANCHE AI CREDIT FUDS. «SUPPORTO PER L’ECONOMIA». Il ministro ha spiegato che si tratta di intermediari la cui operatività rientra nello shadow banking, di cui generalmente si temono i rischi sistemici prodotti al di fuori del perimetro della regolamentazione. Tuttavia la sua convinzione è che «il ruolo del sistema bancario ombra potrebbe rivelarsi di supporto al rilancio dell’economia».
L’importante è che si agisca con «prudenza e trasparenza» e si adottino interventi«equilibrati su perimetro e la qualità della regolazione». Per incoraggiare queste nuove forme di finanziamento, ha aggiunto, potranno essere anche introdotti incentivi e potrebbero essere applicate regole meno stringenti per assicurazioni e fondi pensione.

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