IL NO DI CIPRO AL PIANO UE: I GIOCHI CON LA RUSSIA?

Scritto il alle 13:15 da carloscalzotto@finanza

Cipro, no del Parlamento..respinto il piano di salvataggio Ue

 

Questa Europa indigna per l’arrogante miopia con cui agisce.

Chi scrive è un europeista convinto, entusiasta direi. E da europeista dico che questo mostro nulla ha a che vedere con il sogno dell’unità europea e dei suoi ideali fondativi. La crisi in corso ormai non è più dell’euro, ma nell’euro. La guida tedesca, che impone misure economiche, di fatto spadroneggiando in Europa, senza però prendersi la responsabilità di una direzione in senso federale dell’Unione, diventa ogni giorno più lesiva non solo degli interessi dei Paesi della “periferia” ma anche del concetto stesso di democrazia. Le decisioni degli organismi europei (in collaborazione con Fmi e Bce) vengono prese sopra le teste dei cittadini, delegittimando la democrazia rappresentativa

IN TANTO LA UE FA SAPERE esprimendo anche il rammarico, di presentare un’alternativa rispettando i parametri sul finanziamento e sulla sostenibilità del debito decisi sabato”. il rigetto da parte di Nicosia di un piano d’aiuto europeo, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha invece sottolineato che l’Eurozona ha il dovere di trovare una soluzione. Sulla questione è intervenuta anche la Francia: “Il piano di salvataggio è stato un errore”.source

Il Parlamento di Cipro ha respinto il controverso piano di salvataggio dell’Unione europea e con esso, quindi, il previsto prelievo forzoso dai conti bancari dei ciprioti.

Stando a quanto si sapeva prima di questo pronunciamento, senza la supertassa sui conti la Ue non sbloccherebbe il suo intervento da 10 miliardi di euro.

I mercati mondiali e in particolare quelli del Vecchio continente sono rimasti source
per l’intera giornata sotto pressione, sia quelli borsistici, sia quelli dei titoli e sia quelli valutari.

Torna il timore del contagio?
La situazione si è fatta più complicata anche per la liquidità, non solo delle banche, sull’isola. La Bce ha confermato “l’impegno a garantire la liquidità necessaria entro il quadro delle regole previste” a Cipro. Mentre per far fronte alla possibilità concreta di una scarsità di contanti, la Gran Bretagna è ricorsa ad un aereo della Royal Air Force (Raf) per trasportare sull’isola un milione di euro destinati ai circa 3.500 militari inglesi e alle loro famiglie residenti a Cipro.
Probabilmente s’aspettano le contromosse europee nei confronti dell’isola, che anche se piccola, potrebbe fare da detonatore per le altre situazioni PIIGS del sud-europa.

Ma parliamo di Cipro analizzando i particolari

La questione cipriota deve far riflettere sull’Europa e il suo significato. È inutile ripetere quel che i giornali hanno già riportato sul salvataggio di 6 miliardi chiesto ai depositari di conto corrente nella piccola isola mediterranea; più utile sarebbe chiedersi quale sia la direzione che sta prendendo l’Unione.

L’Economist calca la mano sulla decisione europea denominandola ingiusta, inutile e miope. Un’analisi breve e precisa è di Gustavo Piga, economista, dal suo blog: per 6 miliardi di euro (6!) che l’Europa avrebbe potuto sborsare in nome della sicurezza economica e, perché no?, di una solidarietà europea che dovrebbe essere la colonna portante dell’Unione, rischiamo di distruggere l’economia cipriota e colpire indirettamente l’intera economia europea sul fronte dei mercati finanziari. Mossa geniale, vero?

Ma lasciamo da parte solidarietà, salvataggio e ripagamento del debito e concentriamoci sulla questione geopolitica che si gioca intorno a Cipro. Riassumerei in due parole: Russia e gas. Quello di Cipro è uno dei depositi di gas che si riveleranno più importanti nello scacchiere mediterraneo e del Vicino Oriente. Intorno all’area giocano Israele, Russia, Grecia, Turchia passando per l’attenzione della Francia e degli Stati Uniti.

E se la Russia è tra i principali interessati al gas sotto il nome del colosso Gazprom, da parte loro i capitali russi non stanno a guardare: Putin, preso atto della decisione del prelievo forzoso, si è detto immediatamente contrario alla decisione; mossa attesa dati i depositi di capitali est-europei e russi per oltre 90 miliardi di euro al 2012 (per avere un’idea di misura, oltre l’800% del Pil della piccola isola, ammontante a 18 miliardi di euro circa). Inoltre, Reuters riporta che Anton Siluanov, ministro delle finanze russo, non avrebbe ricevuto nessuna comunicazione dai colleghi europei, né un invito a una collaborazione.

Europa, dove vuoi andare? In una sola mossa hai ottenuto l’opposizione della Russia, la rabbia dei ciprioti, l’esplosione dello spread e la caduta delle borse. Tutto questo per 6 miliardi: ottimo risultato. La richiesta di sacrificio a Cipro può essere un piccolo specchio della gestione delle crisi del debito europeo? Forse. Sicuramente in parte. Di certo è uno specchio dell’assurdità del sistema decisionale europeo, ancora diviso e incapace di dare una risposta compatta ed efficace ai problemi che attanagliano il continente su questioni come il debito e la crescita economica.

E queste critiche non tengono neanche in dovuta considerazione l’opposizione russa: non aver coinvolto il Cremlino in una simile decisione, soprattutto in un teatro di forte interesse russo, che ruolo giocherà nelle future politiche mediterranee dell’Europa? Ci stiamo giocando Cipro, il gas e – mettendo il naso poco oltre la porta di casa – la futura uscita dalla crisi siriana (su cui la Russia ha già una posizione apertamente pro-Assad). SuLinkiesta, Fabrizio Goria scrive che Gazprom avanza l’ipotesi di aiutare Cipro sostituendosi alla detestata troika in cambio degli appalti futuri sui giacimenti: se così fosse non sarebbe l’ultimo bail-out di origine russa dati i prestiti governativi già arrivati negli anni passati per sostenere il paese (2,5 miliardi al 2011).

Forse il fatto che salvare Cipro significa salvare la mafia russa. A dirlo è un rapporto della Bnd, il servizio segreto tedesco, pubblicato dal settimanale Spiegel(tradotto in italiano da Presseurop). In sostanza si sostiene che le finanze dell’isola siano legate alla Russia, ai suoi torbidi oligarchi, ai suoi mafiosi in doppiopetto. Già, perché forse non tutti sanno che Cipro è un paradiso fiscale che ospita numerose società off-shore. Sul territorio cipriota le operazioni offshore possono raggiungere un elevato grado di sofisticazione, grazie alla regolamentazione ad hoc creata dal governo locale e dalla banca centrale e alla mancanza di controlli sui cambi. Di recente è stato trasferito il regime di esenzione fiscale e di incentivi oltre che alle imprese anche ai fondi di investimento, i quali ora sono soggetti a una tassazione dello 0,425%. I vantaggi sono la riduzione delle imposizioni fiscali ma, soprattutto, la riservatezza utile a nascondere operazioni finanziarie illecite o perdite di bilancio.

Una bancarotta cipriota andrebbe a tutto svantaggio della Russia, così come un salvataggio delle banche di Nicosia gioverebbe in fin dei conti solo ai russi. E benché Cipro sia uscita dalla lista nera dei paradisi fiscali, prendendo tutte le misure necessarie a garantire trasparenza, l’intelligence tedesca sostiene che sia tutt’altro che difficile riciclare denaro sporco nell’isola. Non solo, Nicosia avrebbe concesso ad 80 oligarchi russi la nazionalità cipriota, rendendoli così a tutti gli effetti cittadini dell’Unione Europea.

Il riciclaggio di denaro, spiega lo Spiegel citando il rapporto del Bnd, è facilitato dalle laute provvigioni versate dai magnati russi per ottenere la cittadinanza cipriota. Nel solo 2011 dalla Russia sono usciti circa 80 miliardi di dollari, e buona parte di essi è transitata da Cipro. I russi inoltre avrebbero depositato nelle banche dell’isola 26 miliardi di dollari, una cifra molto superiore al pil annuale di tutta Cipro.
La conclusione è che se Cipro otterrà aiuti economici da parte dell’Unione, quei soldi andranno a tutelare i soldi sporchi dei russi. E si tratta di soldi dei contribuenti dei Paesi europei, Germania in testa. E si sa che dalle parti di Berlino prima di scucire prendono le debite precauzioni.

Ma comunque

Cara Europa, si parla di Unione. L’impasse cipriota mi sembra molto lontana da questa parola.

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