L’Italia sempre più povera

Scritto il alle 17:51 da carloscalzotto@finanza

Mentre i tecnici e non tecnici iniziano la campagna elettorale, mentre Elezioni, scende in campo Grasso procuratore antimafia in lista PD( tipico esempio di toghe rosse:-D), la situazione reale in Italia si fa sempre più dura.

A rischio povertà 30% italiani Pensionati, 1 su 2 sotto mille euro

Dati Istat: lo scorso anno 2 milioni 782 mila famiglie (11,1%) in povertà relativa, pari a circa 8 mln di persone.
I connazionali a rischio di povertà o di esclusione sociale, sono saliti dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011, con un trend che è il peggiore del Vecchio Continente.

La variazione negativa di 3,3 punti percentuali è la più elevata registrata nei Paesi  europei.
E’ quanto si legge nel rapporto sulla coesione sociale di Istat, Inps e ministero del Lavoro. Nel 2011, le famiglie in condizione di povertà relativa sono in Italia 2 milioni 782 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6% dell’intera popolazione… Nel corso degli anni, la condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno e per le famiglie con membri aggregati, dove convivono più generazioni. Nel 2011, l’incidenza della povertà relativa è pari al 27,8% fra i minorenni se questi vivono con i genitori e almeno due fratelli (10,1% se si fa riferimento alla poverta’ assoluta), mentre è pari al 32% (18,2% nel caso della poverta’ assoluta) se vivono in famiglie con membri aggregati. La povertà relativa mostra alcuni segnali di miglioramento fra gli anziani; tuttavia, una vulnerabilita’ in termini economici permane soprattutto nel Mezzogiorno, dove risulta relativamente povero il 24,9% degli anziani (7,4% quelli assolutamente poveri). Nel 2010, in Italia e’ materialmente deprivato il 25,8% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno, (contro il 15,7 della media nazionale), valore che raggiunge il 30% in Sicilia e in Campania. Segnali di peggioramento si osservano per le famiglie che non si possono permettere di riscaldare adeguatamente l’abitazione (che passano dal 10,6% del 2009 all’11,5%) e per quelle che arrivano con molta difficolta’ alla fine del mese (dal 15,3 al 16%). source

Risultano invece sostanzialmente stabili le quote di famiglie che non si possono permettere una settimana di ferie lontano da casa almeno una volta all’anno e non possono far fronte a una spesa imprevista con mezzi propri.

Nel Mezzogiorno il rischio di povertà o di esclusione sociale supera la media nazionale di circa 15 punti percentuali (39,5% contro 24,6%) ed è più del doppio rispetto al valore del Nord (15,1%); inoltre è maggiore fra le famiglie con tre o piu’ figli (37,1%) e fra quelle monogenitore (35,7%). Dati negativi anche sul fronte dei pensionati. Quasi uno su due (47,5%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 37,7% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, mentre per il 14,5% dei pensionati il reddito pensionistico è superiore a duemila euro. Al 31 dicembre 2011 i pensionati sono 16 milioni 669 mila; di questi, il 75% percepisce solo pensioni di tipo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (Ivs), il restante 25% riceve pensioni di tipo indennitario e assistenziale, eventualmente cumulate con pensioni di tipo Ivs. Sotto il profilo geografico, il 28,3% dei pensionati risiede nel Nord Ovest, il 20,1% rispettivamente nel Nord Est e nel Centro, il 21,2% nel Sud e il 10,2% nelle Isole. La classe di eta’ piu’ numerosa e’ quella degli ultraottantenni, con circa 3 milioni 828 mila pensionati, seguono quella dei 70-74enni, con 2 milioni 920 mila pensionati e quella dei 65-69enni con 2 milioni 812 mila individui; l’8,1% dei pensionati ha meno di 55 anni.

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