Crisi immobiliare: la Cina, la bolla e la teoria dei grattacieli

Scritto il alle 14:18 da balrock@finanzaonline

Tutti sono preoccupati per la bolla immobiliare cinese, è scoppiata o stà per scoppiare? Cerchiamo di vedere alcuni dati che sembrano dirci dell’ imminente scoppio della bolla più esplosiva di tutto il mondo. Il valore delle nuove costruzioni di novembre è sceso del 35% a Pechino e del 25% a Shangai, abbiamo una media, negli ultimi 12 mesi di discesa dei prezzi del 15%, le vendite di case e appartamenti del 30%.
I problemi cominciarono intorno al 2009, quando il regime comunista, per far fronte alla crisi economica ed evitare la chiusura di molte aziende e il licenziamento di migliaia di persone, ha prestato alle imprese attraverso le banche 17 milioni di miliardi di yuan (quasi 2 milioni di miliardi di euro). Oltre un quarto di questi soldi è andato nella costruzione di grattacieli, case e appartamenti. Questa situazione ha fatto levitare i prezzi  degli immobili a livelli stellari, rendendo proibitivo l’ acquisto alla classe medio/alta degli abitanti della Cina. Nel 2010 Pechino con una manovra fatta apposta per abbassare il prezzo degli immobili, restringendo la possibilità di ottenere prestiti dalle banche per gli imprenditori, fissando un tetto limite che la banca può prestare per mutui diretti all’acquisto di appartamenti, vietando ai cinesi di acquistare più di due case e aumentando gli interessi dei mutui sull’acquisto di immobili, ha fatto crollare le vendite di immobili del 70% come i prezzi di vendita.

“Secondo la China Trustee Association, solo nel 2012, 700 miliardi di yuan di prestiti dovranno essere restituiti alle banche. Già si calcola che il buco che si creerà sommando i debiti che gli imprenditori non potranno restituire sarà pari a circa 300 miliardi di euro.”

China Vanke e China Overseas Land and Investment hanno tagliato di un terzo i prezzi dei nuovi appartamenti. Nel 2011, 50 mila agenti immobiliari hanno perso il lavoro e le agenzie continuano a chiudere in tutti il paese.

«Noi nel 2011 abbiamo chiuso 200 agenzie, che hanno causato il licenziamento di 3 mila persone tra personale e agenti»

Si calcola che il 50% degli immobili cinesi sia ad oggi vuoto. Veniamo adesso alla teoria dei grattacieli o “ skyscraper”, che poi tanto teoria non è, in quanto negli anni abbiamo potuto vedere che chi costruisce molti grattacieli, dopo fa i conti con la crisi.  Alcuni esempi possono essere New York che dopo la costruzione dell ‘ Empire State Building e il Crysler fece i conti con la grande depressione, oppure verso il 2010/2009 quando a Dubai la crescita esponeneziale del mercato immobiliare che assorbeva il 50% del pil, crollò. Si possono aggiungere la Chicago del ’74 e la Malaysia del ’97.

“Sostenuti da un boom economico e dalla disponibilità di credito a basso costo, ha spiegato l’autore del rapporto Andrew Laurence, gli imprenditori sono spinti a costruire grattacieli sempre più avveniristici.
Secondo Lawrence anche i grattacieli del Regno Unito, come quelli degli Stati Uniti, dell’Asia e del Medio Oriente rappresentano proprio il modello di esuberanza architettonica che precede una caduta economica.”
La Cina si calcola che da sola ospita più di metà dei grattacieli in costruzione nel mondo e  che la metà dei 124 grattacieli in costruzione nel mondo, si stanno realizzando in Cina, dove questo tipo di edifici aumenterà dell’87%.  Mentre in India i grattacieli più alti di 240 metri passeranno da due a 16 nei prossimi cinque anni.

Quindi non resta che prepararsi al peggio……….. buon weekend.

 

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